Biodiversità Bosco Bandiziol, S. Stino di Livenza
locandina Bosco Bandiziol

Premessa

La Pianura veneta orientale ha subito negli ultimi decenni del secolo scorso un crescente processo di semplificazione ambientale. Con particolare riferimento alla campagna, da sempre considerata ambiente elettivo per la conservazione del patrimonio floro-faunistico territoriale, si è assistito alla progressiva rimozione dei biotopi di rifugio della residua naturalità. Siepi, siepi-alberate, boschetti, fossi, scoline e prati stabili, sono stati eliminati nel segno di una razionalizzazione delle superfici e delle tecniche produttive, riducendo gravemente la biodiversità dell’ambiente agrario e territoriale.
Contestualmente, sotto la spinta di nuovi modelli culturali, di sollecitazioni sociali e di specifico sostegno economico, è stata avviata una fase di ricostruzione delle reti ecologiche e delle superfici boschive, che ha interessato sia l’impresa privata, che gli enti locali.
I nuovi boschi, realizzati secondo schemi geometrici e spesso in ambiente di bonifica anticamente lagunare, presentano tuttavia un aspetto e una struttura floristica ed ecologica assai semplificati; al punto che si può ragionevolmente supporre che l’effettiva conversione in biotopi boschivi possa avvenire non prima di un secolo dalla realizzazione dell’impianto.
Nel contempo avviene comunque che il processo di semplificazione della naturalità più significativa non si arresta e che scompaiano, dall’ambiente della Pianura veneta orientale, specie floristiche e faunistiche legate agli antichi ecosistemi forestali e palustri. Sono a forte rischio di estinzione locale, a titolo d’esempio, specie un tempo frequenti come le piante di sottobosco Ruscus aculeatus, Carex remota, Anemone ranunculoides, Galanthus nivalis, Leucojum vernum, Viola mirabilis, Pulmonaria officinalis, Lilium martagon, Polygonatum multiflorum, Ophioglossum vulgatum, o come le specie prative Iris graminea, Gladiolus palustris, Cirsium canum e numerose altre.

Obbiettivi

Gli obbiettivi del progetto sono pertanto individuabili nella necessità di preservare dalla distruzione un patrimonio irripetibile e di elevatissima importanza scientifica e naturalistica; in altre parole di una componente autentica della vera identità ambientale, ecologica e storico-naturale dei territori in oggetto.
Si tratta pertanto di creare una “Riserva biogenetica” in cui ricostruire popolazioni vitali degli stessi organismi minacciati di estinzione locale, allo scopo di conservarne il genotipo e di creare una sorta di “Banca biogenetica” da cui eventualmente prelevare materiali biotici per ulteriori, nuovi interventi di diffusione delle specie minacciate o di riqualificazione naturalistica di nuovi biotopi.

Conclusioni e risultati raggiunti

Il Progetto si è concluso nel mese di luglio. L’intervento ad integrazione della fitodiversità minore ha consentito di introdurre 30 nuove specie di piante nel nuovo complesso boschivo. tra queste alcune specie della LISTA ROSSA della Pianura Veneta Orientale, tra cui il giaggiolo susinario, il giglio martagone, le campanelle primaverili e la lisca di Laxmann.

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